Da sempre siamo stati abituati a vedere nella carne un alimento basilare della nostra dieta e a pensare ad essa, come a parte di un ciclo naturale, in cui un predatore per sopravvivere caccia la sua preda. Ciò che vi chiedo ora non è tanto di mettere in dubbio questo, ma di riflettere su quanto fragile possa essere qualunque nostra verità.
Fin dalla nascita immagazziniamo tutte le informazioni che vengono dall’esterno e, in base alle abitudini della nostra famiglia, al luogo in cui nasciamo, alle sue usanze, ai costumi e alla religione, formiamo e sviluppiamo il nostro pensiero. Se foste vissuti nell’America del 1600 avreste considerato normale acquistare dei servitori dai mercanti di schiavi, se foste nati nella Germania nazista probabilmente non avreste considerato Hitler come un male per la vostra nazione, se foste nati in Afghanistan avreste considerato il burqa un normale indumento da indossare per una donna, e se foste nati in Cina sarebbe stato assolutamente normale organizzare con amici grigliate a base di carne di cane.
Ciò che voglio dire è che la verità in quanto tale non esiste, ogni idea che abbiamo è il risultato di tantissime cose, del luogo e del tempo in cui siamo nati, della nostra esperienza personale, ma anche di tutti i film che abbiamo visto, delle pubblicità e degli studi che abbiamo fatto. Persino la lingua che parliamo condiziona il modo in cui guardiamo il mondo. Consapevoli di questo, per quale motivo non dovremmo considerare normale mangiare cani e gatti mentre sacrosanta una bistecca fiorentina? Gli indiani avrebbero da ridere!
Fabiola Di Sotto